Come stelo mi piego e ti raggiungo, angelo nel tuo inferno, demone di un perverso paradiso.

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Non penso mai al futuro, arriva così presto.

Lo diceva Albert Einstein.
Ma lo sottoscrivo anche io.
Sembra passato un secolo dal mio ultimo scritto. Mi mancava davvero riuscire a fermarmi un momento per scrivere della parte di me che custodisco gelosamente.
La vita a volte tira dei colpi sotto la cintola che nessuno avrebbe mai il coraggio di avallare come per buoni. Di questi colpi ne ho ricevuti a bizzeffe in questo 2013, eppure vado avanti, Nonostante tutto sono ancora qui.
Inginocchiata  dalle difficoltà ma sempre rialzata.
In questi mesi il mio percorso ha dovuto rallentare e assopirsi, non avrei avuto l’attenzione necessaria per vivere bene ciò che ho la fortuna di avere
La voglia di percorrerlo, però, non si è fermata assolutamente. Anzi, spasimo  oltremodo di poter ricominciare a camminare con Lui.
Mi ha ordinato di immaginare. Prima di ogni altra cosa. Nonostante io abbia accumulato alcune punizioni, le sconterò più avanti. Ora, lui vuole che mi fermi e immagini.
Di fare un salto temporale in avanti non di giorni ma bensì di anni. Gli piace darmi da scrivere, in parte il mio orgoglio si bea del fatto di riuscire a dargli piacere anche con i miei pensieri fermati per lui su questo foglio. In effetti i compiti mi sono sempre piaciuti. Nonostante la loro difficoltà.
Certo che fra tutto ciò che avrebbe potuto chiedere l’immaginare il futuro quando oggigiorno sono abbastanza provata dalla vita infausta ha un chè di sadico. Devo ammetterlo.
Inoltre, questo ordine collide in pieno con   le mie insicurezze;  spesso, infatti, volgo lo sguardo al domani con ansia.
Ecco perchè, ciò che  Lui mi hai chiesto di raccontargli è una prova non solo di immaginazione ma un vero proprio muro, i cui mattoni sono legati assieme dalle mie fragilità.

“Come saremo fra dieci anni?”

Onestamente non lo so. Ma voglio provare ad arrampicarmici su questo muro e dare una sbirciatina a uno dei tanti possibili domani.

E’ faticoso, ma Lui già sapeva che lo sarebbe stato.

In questo momento sto sudando tutte le mie camicie emotive.

Chiudo gli occhi per un momento e lascio volare i miei desideri.
Sai mi immagino un Ottobre come quello prossimo venturo, con l’aria carica di umidità e i colori caldi che ci avvolgono. Chissà se ti ho mai detto che l’autunno è la mia stagione preferita. Mi immagino una sera, un invito per una cena. Sai la quotidianità è un fardello pesante da portare, quasi sempre, ma come è sempre successo necessito di ritagliarmi un’isola felice dove tutto e tutti sono tagliati fuori. Lavoro, casa, impegni. Anche il tempo non esiste più, quando sono con Te.

E’ un legame speciale quello che ci unisce più forte di ogni tipo di legame che abbia mai avuto nella mia vita.

Lo chiamano Dominazione, lo chiamano in tanti modi diversi. Per qualcuno ancora oggi è un vincolo che sfiora il patologico. Ma io ne ho bisogno. Come ho bisogno di te.

Sono passati tanti anni ma l’emozione di entrare nella tua sfera, di aprirti ogni mio cancello, permane: come fosse ogni volta la prima volta.

Il nostro viaggio ha macinato chilometri di strada, senza ombra di dubbio tu ed io siamo diversi da come eravamo quando, quel giorno, mi resi conto che ero Tua ancora prima di incrociare il tuo sguardo.

Ebbene questa sera, in questa cena che sto immaginando, io rivivo il mio rito di iniziazione e la mia voglia di essere ancora presa.
Un sospiro e sono proiettata nel futuro.

L’aria fresca mi sfiora il viso, la pelle rabbrividisce ma non può essere per il freddo che ancora non si presenta così inclemente.

I segni del tempo cominciano ad apparire sul mio corpo, i capelli lunghi e scuri ricadono sul bavero del trench.

Mi stringo dentro una sciarpa morbida, un momento di calore, che cela ad occhi indiscreti la striscia di cuoio attorno al collo che mi hai chiesto di indossare nella nostra consueta telefonata durante la pausa pranzo.  E così ho fatto, per te,  prima di incontrarci.
Suono il  campanello: nessuna parola ad accompagnare la porta che si apre davanti a me. Solo il fruscio delle calze mentre con passo sicuro entro nella tana del mio lupo.

Un sorriso, accompagna lo spogliarmi degli abiti formali. Sotto una divisa, il tuo regalo in bella mostra. E’  sempre come tornare a casa dopo una giornata impegnativa. Finalmente inginocchiata, cingente le tue gambe in segno di saluto. Tua, senza veli. Libera nella mia schiavitù.

Siamo una coppia come tutte le altre… e come mai nessuna.

Io e te. Senza tempo. Familiari come il suono del moschetto che scatta attorno all’anello del collare. Sempre lo stesso. Sempre il nostro.

Conosco i tuoi respiri. Conosco il tuo corpo almeno quanto tu conosci il mio. Ma ciò che non conosco è quello che tu hai ideato per noi in questa notte. E’ sempre stato così. Mai ho voluto sapere cosa architettavi e tu mai l’hai voluto dire. Amo visceralmente essere sorpresa.

Mi privi della capacità di vedere, ma non di sentirti in ogni sfumatura. Le mani bloccate nelle polsiere e aggangiate all’anello di bronzo che tutti coloro che entrano in casa tua lodano. Ti ricordi? Adorabile batacchio trovato in quel mercatino durante quel viaggio, sono certa che non l’hai dimenticato come così come il brillare del mio sguardo nel proporti di metterlo in sala.

Le tue mani, la tua bocca e il tuo bisogno di prenderti tutto ciò che già ti appartiene. Rinnovo i miei voti alla tua dominazione.  E’ una fame che non viene mai saziata, lo era allora così come lo è ora. La tua forza mi avvolge e coinvolge. La tua saliva che cola sulle mie labbra. Sublime marchio della mia appartenenza. Volge al rosso scarlatto il mio corpo sotto la tua presa. Le tue dita intrecciate ai miei capelli.

E poi finalmente la tua voce, imperativa. Ordini ed io eseguo,  chiedi e io rispondo. Affondo a piene mani nella mia vergogna. Demolita in ogni mio orgoglio mi ritrovo ansante e supplichevole di poter guardare il tuo volto.

No, non me ne andrò. Stanne certo rimarrò da te questa notte, non so come ho fatto ma è possibile.

Sono tua. Lo sarò da 10 anni, ormai.

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Spesso i sogni si rivelano, senza alcuna maschera, come appagamenti di desideri.

Il tono della voce non cambia, sempre lo stesso.  Assertivo.

Intenso arriva alle mie orecchie come secchi colpi di bacchetta.

Lo sguardo è fisso nei miei, non cede. Irreprensibile.

Feroce corre nelle mie pupille come se dalla mia gola volesse estrarre anche l’ultimo sospiro.

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E’ una lezione quella che mi viene concessa, una vera lectio magistralis, dove non una parola riesce a proferire dalla mia bocca. Traballo sui tacchi vertiginosi, e non sono quelli a farmi tremare le gambe ma il timore mi attanaglia. Un ginocchio punta dritto fra le mie cosce e preme sul mio intimo fino a farmi gemere. Dolore e Piacere, Gioia e Umiliazione. Le mani legate, polsiere di cuoio che mi tengono i polsi uniti dietro la schiena.Sento il muro gelido dietro alla mia schiena. La mano che mi trattiene la gola strattona i lembi di un collare di cuoio senza chiuderlo, lo stringe e limita il mio respiro.Incita con veemenza le mie risposte. Per un attimo, solo uno, ho il forte desiderio che venga stretto ancora di più. Deglutisco con difficoltà. Annuisco ad una serie di domande mentre dal mio intimo sgorga nettarino la mia eccitazione fino a farmi bagnare la stoffa dei pantaloni di chi mi vessa.

“Cosa sei senza di me?Non ti vergogni?

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Sembrava tutto così vero.

Ma non lo è,  il mio subconscio che mi tormenta mostrandomi i miei desideri.

Me ne rendo conto solo quando apro gli occhi e mi trovo affogata nelle trapunte. Con il fiato ansante e il ventre dolente.

 

 


Domesticazione.

“Un animale domestico, soprattutto se da compagnia, indipendentemente dall’avere quattro o due zampe, puo’ dare molte soddisfazioni ma ancora di più richiede impegno e cure. Se non lo si accetta meglio evitare di prendersene uno.”

Ho incontrato la frase succitata peregrinando nel web e l’ho trovata di una bellezza disarmante.Rappresenta una consapevolezza ed una semplicità che, in poche parole, racchiude un mondo infinito. Quante parole spese ed ascoltate su come dovrebbe essere un rapporto di D/s, cosa fa parte o meno del BDSM, cosa è giusto e cosa non lo è. Un crogiuolo di etichette che vengono affrancate per trovare una spiegazione a ciò che ci fa stare bene.

Eppure è solo la naturale evoluzione.

Si ritiende, infatti, che l’inizio della Domesticazione del cane sia da attribuire a fenomeni di “commensalismo” e a relazioni tolleranti con l’uomo.

Mi spiego meglio, è probabile cioè che branchi di lupi stazionassero attorno agli accampamenti dell’età della pietra, attratti dai residui dei pasti e dagli odori che da essi pervenivano. D’altro canto si ritiene che gli uomini potessero apprezzare la funzione di “spazzini” svolta dai lupi, oltre alla loro capacità di fare efficacemente la guardia avvisando dell’arrivo di pericoli.
Nel corso di millenni si è consolidata quindi una sorta di simbiosi, di convivenza con vantaggi reciproci, tra lupi e uomini. Sembra così possibile che i nostri antenati abbiano cominciato ad offrire attivamente cibo ai lupi, mostrando loro in questo modo una fondamentale prerogativa del lupo capobranco, la capacità di procurare cibo, e iniziando così a costruire una “relazione”. Applicavano cioè quello che oggi viene comunemente considerato il metodo del “rafforzo positivo”.
Uomo e lupo sono due specie molto diverse, ma presentano alcuni comportamenti sorprendentemente simili: sono infatti specie molto sociali, fortemente collaborative e relazionali. Hanno sofisticati moduli di comportamento che consentono loro di creare interazioni positive e utili coi compagni. Entrambe le spece sanno riferirsi infatti ad un capo intelligente e protettivo, in grado di assicurare cibo e sicurezza, e di controllare le tensioni nel gruppo senza dover usare alcun tipo di violenza.
A questo proposito va sottolineato che la domesticazione del cane non è avvenuta su basi di coercizione ma, come scherzano alcuni ricercatori, in seguito ad una sorta di “ grande abbaglio” preso dai lupi: da alcuni lupi che hanno cominciato a far riferimento a un altro mammifero, un bipede molto intelligente e capace di nutrire e di proteggere efficacemente il suo clan.
In definitiva si può dire che il lupo aveva, e probabilmente ha tuttora, un’enorme capacità di trasformazione in animale domestico; questo aiuta a capire quanto sia importante educare i nostri cani senza usare violenza, ma sfruttando semplicemente la loro predisposizione naturale ad essere istruiti per vivere in una società complessa.

Per concludere si può dire che comuni caratteristiche di comunicazione e relazione hanno permesso una coevoluzione tra le due specie: le attitudini umane ad esplorare, guidare e accudire si sono combinate con il bisogno del cane di vivere in un gruppo ben strutturato, di collaborare e di condividere le esperienze con l’uomo, diventato il suo centro referenziale.

Nessun cane può in alcun modo sopravvivere alla mancanza dell’ Uomo.

Così come una cagna viene nutrita dalla mano di chi la possiede, e ad essa fa riferimento.

Ho ascoltato così spesso bocche infarcite con definizioni che apparentemente fanno stare più tranquilli e consolidano così le comuni convinzioni. Eppure per una cagna non v’è nulla di più naturale che essere se stessa, e lasciarsi accudire. Senza complicazioni di sorta, senza orpelli messi cercando di convincere qualcuno che essere se stessi non è la strada giusta.

Probabilmente per la stragrande maggioranza di chi leggerà queste mie parole tutto suonerà come qualcosa che stride. O forse no. La mia non vuole essere morale gratuita per nessuno, solo un consiglio per me, per voi, per tutti e come tale può essere accolto o meno.
Stamane, senza un reale perchè, sento la necessità di togliere un po’ di vesti a quello che vivo, di scaricare dalle spalle quelle etichette emotive che quello che mi fa godere porta con sè.

Di accogliere la naturalità delle cose, nuda ai piedi di chi mi possiede.

Se dentro di te senti che affidarti alle mani di qualcuno e donargli la capacità di possederti sia tutto ciò che vuoi non c’è nessuno che ti possa dire come e dove farlo. Puoi solo farlo, è la Domesticazione. Sei Tu, è Lui.

Lui(Lei) che ti possiede, tu che sei Sua(o).

Detto questo depongo la penna rossa dal mio cappello…

… e torno a scodinzolare.

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( magari su un prato all’ombra di un noce, in questa estate calda )


Come acqua nella doccia, io mi sciolgo.

Ti ho sognato, eri nella mia camera quella notte. Chissà che non sia stata anche io nei tuoi pensieri.

Ero legata al letto a pancia in giù le caviglie bloccate ai lati. Il culo rialzato da un cuscino. Le cosce spalancate.

Nuda.

Quando mi penso accanto a te non riesco mai a vedermi vestita. Sai spiegarmelo?

Ti sentivo dietro di me, la tua bocca solleticava la schiena nuda, mi mordevi la pelle… non c’era rabbia in quei morsi, solo la voglia di nutrirti del mio desiderio di te.

Mi hai bloccato le mani dietro la schiena con le tue. Sbavavo il cuscino. Sentivo la tua forza in netto contrasto con la tua voce morbida che mi diceva che bel giocattolo confortevole fosse la mia figa. Sì! stavi dentro di me, eccitato… ti piaceva… affondavi profondamente, senza darmi respiro…

Non godere ripetevi mentre lottavo con l’orgasmo… Non godere ripetevi mentre gemevo rumorosamente.

Mi sono sentita liberamente costretta dal tuo ritmo, una battaglia  fra il mio ubbidirti e il tuo cercare di farmi cadere. Ti ho sentito pulsare ferocemente e riempirmi. Solo con i primi schizzi il mio intimo ha perso il controllo, contratto attorno a te come una bocca assetata, nutrendosi del tuo piacere.
Mi hai fatto disobbedire volutamente, senza possibilità di poterti resistere.

Nessuna via di fuga.

Follia pura, in un lago di umori mescolati.

Si mi sono fatta scopare, almeno nel sogno.

Peccato veniale?

Mi sono svegliata e non potevo resistere. La mia eccitazione urlava ferocemente una sodisfazione.

Sono andata in bagno, avevo bisogno di ritrovarmi sola, isolata da tutto e da tutti.

Mi continuavano a tremare le mani, sembravo un leone ma chissà com’è quando si tratta di te mi sento un agnellino… Ho sfilato i pantaloni, dentro i quali ho fatto scivolare la mano tutte le volte che me l’hai chiesto.

Sono la tua puttana.

Continuo la tua opera su di me, quella immaginata, quella sospirata. Vissuta.

Ho aperto il box doccia… ecco un angolo dove sentirmi rinchiusa oltre che tua, è intimità sensoriale oltre a quella emotiva ciò che ci/Ti dono, ho lasciato cadere il resto degli indumenti  sui fianchi rotondi, i piedi nudi sul piatto di ceramica. Stessa sensazione di freddo di quando mi ritrovo in ginocchio accompagnata al bollore del sangue che mi circola nelle vene.
Mi sono accucciata… ho allargato le gambe… la schiena appoggiata all’angolo…

Oscenamente aperta, lo sguardo corre sulla mia immagine riflessa, osservo come potresti vedermi tu. Le guance diventano incandescenti.

Vergogna?

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Ho chiuso le ante e mi sono toccata, sentendo il mio ansimare rimbombarmi nelle orecchie, bagnata ancora più di prima, assaporando il piacere, ringraziandoti sommessamente.

Anche se tu non me l’hai chiesto.

La tua voce ancora riecheggia nelle mie orecchie, il tuo nome, il tuo viso proprio difronte al mio… mi sono penetrata a fondo e muovendo l’altra mano con movimenti circolari sul clitoride… le labbra morse, i gemiti…. la tua cagna, la tua troia…. un sussurro rotto dall’emozione… deglutivo a fatica…

Le gambe facevano male, troppo male… tremavo mentre le ginocchia cedevano sotto il corpo investito dall’orgasmo.

Senza via di fuga.

Senza poter fare a meno di te.


4 di bastoni.

” Una carta che indica una riunione, un rivedersi, un ritrovarsi per accordarsi : è l’incontro con la ragione, con il buon senso, con il disciplinato discutere e accordarsi.

Una carta che quando esce lascia suppore l’apertura di buoni spiragli per un accordo : può essere un accordo amoroso, su questioni d’amore, su questioni pratiche, su questioni di lavoro e commerciali.

La carta segnala, con carte positive circostanti, che il momento che si sta attraversando è un momento propizio per chiarimenti e accordi tra fidanzati, tra coniugi, tra amanti, oppure momento propizio per palrare d’affari , di lavoro e ottenere un successo , o comunque la speranza di buoni accordi.

Se le carte vicine invece sono negative allora saranno riunioni si, ma che non porteranno a nulla di concreto in qualsiasi senso, segnala che il momento non è opportuno per fare proposte e per proporsi, per indire incontri e riunioni , che incontreremo forte opposizioni alle nostre idee e alle nostre iniziative o proposte.

Con carte negative questa carta al dritto consiglia pazienza e di pazientare , consiglia opportunamente di rinviare discussioni e tentaivi d’accordo.”

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Quella carta sono io,

legata ad un letto con le braccia tese, gli occhi socchiusi, aperta allo sguardo e alla malizia di una mano che  esplora,

“Stenditi”

il rito di legare diviene quasi sacro nella mia mente, è il desiderio che diviene concreto sulla carne, è una tensione crescente che altera il fiato, che contrae la pancia…

Nuda, in balia di tutto…. le caviglie  si distendono mentre lo sguardo rimane incantato sulle mani operose… le cosce che fino a quel momento erano rimaste serrate si dischiudono come porte di un tempio nel giorno di festa, la pelle si arriccia…. si marchia con la trama della corda…

Così che nel ritrovarmi legata si bruciano i fantasmi, loschi naviganti  dei miei desideri, il mio intimo risponde alle loro urla e si ritrova rapito di voglie impure…. l’aria della sera fa tremare la  pelle o forse è l’emozione…mi ritrovo a respirare rumorosamente… in balia di me, in balia di te…in balia di tutto ciò che vive dentro ad una pulsione…

Resa immobile, con le articolazioni che si stendono…. le dita strette sui nodi nei palmi, come fossi aggrappata a quella sensazione, rapita dalla forza con cui essi si serrano al ferro battuto nella testata del letto…è la primavera di un piacere mai dimenticato, un risveglio che bagna le mucose…. trasuda il mio corpo stillando nettare…. eccitazione, saliva…. gocciolo… mi emoziono a tal punto che lacrimo….la mente si spegne… non penso più…. potrei rimanere così distesa per sempre… in questa culla fatta di braccia e saliva….a sentire leccare tutte le ferite che mi marchiano da troppo…. ad aspettare l’osso che forse non arriva, o che mi sorprende…e mi  nutre… tutte carezze che sembrano sfoglie di un dolce infinito…potrei rimanere così  per l’eternità….fino a non vedere il gelo sulla terra, e dentro di me… posso cullarmi con le corde dell’aria mossa dallo scoccare del frustino…resa vera e concreta dal pungere del dolore che ne scaturisce… e cantare con la pancia e i visceri la melodia del desiderio, il vociare delle mie contrazioni…

Ho la testa che gira, polsi e caviglie che dolgono in maniera sorda..

Sono un lago…sono così…. mi sento terra conquistata.Scoperta.Desiderata.Amata.

Godo, Godi di me…

Serve altro?


L’uomo è nato libero, e dovunque è in catene.

 

Io che sono libera, le catene le desidero….

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Oggi, a dire il vero da più giorni, la mia voglia di essere legata è tesa come un nervo…

ho fame, una fame inaudita…

Assaporo sul palato della memoria  la sensazione di abbandono totale che nasce nel corpo nudo e vulnerabile quando le corde si stringono, quando il metallo morde la carne con violenza gelida… bloccata, senza via d’uscita, obbligata a godere di ciò che mi si vuol far subire, della volontà che mi piega…

Non voglio vie di scampo, voglio essere inchiodata alla realtà di ciò che sono, senza dubbi,senza se e senza ma….

Ho bisogno dell’oppressione che la costrizione mi infligge, guardata negli occhi mentre la tempesta scorre nel buio del mio sguardo.

Tutto ciò che verrà dopo non mi compete. Una volta bloccata eccola la bambola che ti si abbandonerà docile e doma…

Sono io.

Ma in quell’attimo, proprio quello in cui il cuore esplode in un tumulto di battiti, io voglio essere legata, circuita.

Vorrei che quell’attimo fosse ora… Adesso…

Vorrei che quel battito fosse ora… Adesso…

vorrei che l’umido del mio sesso si trasformasse in fonte rigogliosa proprio perchè la fantasia diviene realtà…

Ho già i polsi accostati dietro la schiena…

Osserva nel bloccare ogni mio movimento, quel velo sudato di passione che ancora prima che tutto inizi genera infiniti gemiti bagnati… annusa come la mia pelle rifiorisce quando viene graffiata dalla rudezza delle corde…

E allora potrai calpestare la mia libido…donare quei colpi che solo la voglia incontenibile di prendersi ciò che appartiene può fare…Vederti scuotere su di me la tua  forza dettata dal tuo stesso bisogno…reciproco del mio….vorrei ancora essere resa serva della tua ossessione….vorrei che il palpitare della lussuria portasse entrambi ad  ignorare  qualsiasi forma di pietà… massacrami di calda voglia…..

Rendimi muta, fa che ogni  mia capacità di parola venga persa perchè l’unico verso che mi è concesso pronunciare è un gemito…. concedimi il tuo bollente succo, mordi la mia voglia insana… 

Quanto vorrei che ti nutrissi di tutto questo…

Mi si stringe lo stomaco, e non so come potermi  sfamare…

Sogno i tuoi ansimi, in questo giorno o  nella notte, non mi importa, non ci sarebbe giorno o notte, luce o buio… ci saresti solo Tu…. con me in questa lotta brutale sopra ad un lenzuolo pregno di goduria…. dissetami con i tuoi attimi feroci di pazzia, languida,felina,calorosa, sii tu ilcacciatore errante di piacere, ed io la tua preda felice del suo destino…

Se ora potessi mettere una delle tue mani fra le mie cosce sentiresti qual’è l’effetto che mi fa solo l’idea di poter essere nuovamente legata….La sentiresti pulsare… eccola vibrante, violenta libidine, sciolta in un gocciolare d’eccitazione….

La fame mi cosparge  di morsi suadenti sulla carne tenera,  ha denti affilati…degradano la mia mente vogliosa di te.

Se ora potessi annusarmi sentiresti l’odore di goduria impregna la mia pelle…

E tutto per la voglia di essere Legata…per sentire quelle catene che mi sbattono in faccia ciò che sono….

Ecco i miei polsi, Ecco il mio corpo che vibra…

Ecco tutto questo…

e  Tu,

tu dove sei?


Sospesa…

Vivo sospesa
Tra sogno e quotidianità
Io mi ero persa
Per strade sconosciute già cambiate prima di arrivare
Nel mio percorso
Speranze e possibilità
Nei nuovi giorni
La vita si trasformerà
Cambiando colore
Rendendo il dolore
Un punto di forza in tempeste di vento
Fragile forma consumata dal tempo
Vivo sospesa
E un giorno io ti rivedrò
A ogni respiro
La vita io trasformerò
Cambiando i miei giorni
Redendo i miei sogni
Punti di forza in tempeste di vento
Fragili forme consumate dal tempo
Trasformerò le ferite profonde
E le parole in sospiri di amanti
Proteggerò i miei sogni più puri
Si sveleranno al calore del giorno
Punti di forza in tempeste di vento
Fragili forme consumate dal tempo
Punti di forza in tempeste di vento
Fragili forme consumate dal tempo
Trasformerò le ferite profonde
E le parole in sospiri di amanti

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Ho detto di si, ad una proposta di una amica… così gentile e delicata nella suo rivolgersi a me, che le mie consuete reticenze mi hanno fatto nascere la curiosità di provare.

Ti va di provare? sei mai stata sospesa?

che strano avrei voluto dirle,  passo la mia vita sospesa… ma non ne ho avuto il coraggio, è bastato un

no, fisicamente no! proviamo…

Non so perchè veramente io abbia accettato, forse perchè mi fidavo di lei, forse perchè avevo bisogno di sentirmi ancora costretta… rinchiusa in un bozzolo come un bruco…

ho visto il brillare dei suoi occhi, ho sentito l’emozione tamburellare nel mio petto… ho guardato con attenzione le corde srotolarsi davanti ai miei occhi, come morbidi serpenti che pregustano il peccato, le ho sentite ruvide sotto la pelle mentre questa cominciava a bruciare di desiderio…. ricordo il caldo pazzesco della stanza…. il colore intenso del trespolo…. l’ansia che mi nasce nel centro del petto.

é una lotta contro me stessa, non c’è dominazione da parte di qualcun’altro, non c’è nessun significato imposto a quella proposta, ma lo ha per me… io contro di me..abbandonarsi o resistere, pulsioni contro raziocinio…

ho deciso mi affido… è come se concentrassi tutti i miei bisogni in quella sospensione…sento le braccia tese, lei mi imbraga, costruisce su di me una rete che mi imbriglia, mi abbraccia intensamente, scende l’ansia…dal centro del petto, diviene calore…che scende nello stomaco, confortata dai modi garbati, dalla sicurezza di chi mi sta accanto…

sento il busto sospeso, mi tendo sulle punte e lascio che le caviglie vengano morse dal graffio delle corde…. una alla volta…. fino a che non mi si dice…. ” sei pronta? ti alzo!”

quando i miei piedi non toccano più a terra la mia mente si spegne..”Il vuoto affascina coloro che non osano guardarlo in faccia, vi si buttano per paura di cadervi“… io mi butto.. sospesa davvero, realmente, nessun pensiero se non il dolce conforto del battito del mio cuore che sento risuonare in tutto il corpo, ogni pensiero evapora, esplode come una bolla di sapone… c’è solo spazio per il nulla….il vuoto… l’abbandono…non sento neanche il dolore delle corde che mi stringono, che marchiano la mia pelle scurita dal sole..

un’immagine in quel vuoto mi accarezza…

Passionalità, complicità, illogicità….non so spiegarmelo quest’insieme realmente seducente….mille  idee dell’improprio s’accavallano a piaceri che assecondo, estrapolo dal conscio solo parole e scambi di vedute…. sento il peso della mia Fiera che si posa su di me, lei è così leggera mentre mi ritrovo i suoi piedi sulle mie spalle ” potrei farti tutto quello che voglio…” è una frase che mi raggela…e mi manda in ebollizione, non fa nulla….l’osservo e mi scruta….. respiro e sospirando sorrido….. mi sento soccombere o soggiogare… ammaliata da quella sensazione di impotenza totale…. ripete la mia mente soccombere o soggiogare…. ed ecco che il vuoto m’assale nella visione delle tue braccia.

pochi minuti, che sembrano eterni…. sento il corpo formicolare mentre mi fa scendere, la pressione crollare nel momento in cui mi scioglie…. tutte le sensazioni sono così intense che mi sembra di impattare con la vita, le emozioni mi travolgono, si libera il mio corpo dalle corde…e questo non regge….troppo caldo, troppo tutto…non sono preparata…

svengo, (black-out)

rinvengo… stretta nell’abbraccio di chi mi ama, e di colei che è stata la mia sciamana…

ho il cuore che esplode di gioia, quelle sensazioni sono state così forti…intense…

mi siedo su una poltrona…in silenzio, non so cosa dire, mi sorride tutto il corpo…. ho i segni delle corde che rimarranno per giorni, una prolunga di quel momento.

sarebbe stato bello se ci fossi stato tu. ecco a cosa penso in un attimo.

Sospesa io, sospesa per me… sospesa per te…sospesa da te…

[  in questi giorni la cronaca racconta di un gioco erotico finito tragicamente, rovinando la vita di due persone e togliendola ad una ragazza giovanissima… non so cosa sia successo davvero in quel garage, ma quello che posso  dire è che nelle pratiche B.D.S.M. non può in nessuna delle parti coinvolte  essere dimenticata la sicurezza, la sanità e la consensualità di ciò che si va a mettere in pratica, non è un gioco, non è uno scherzo, non può e non deve essere preso alla leggera, ma fatto con coscienza, consapevolezza  e cognizione ]