Come stelo mi piego e ti raggiungo, angelo nel tuo inferno, demone di un perverso paradiso.

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Dulcis in fundo

Sono certa di erigere dei muri enormi.

Sono certa di avere delle asperità taglienti.

Sono certa di non essere facilmente avvicinabile.

Sono anni che costruisco barricate, armature, fortificazioni. Austera freddezza di sentimenti.

Sono certa di essere impegnativa.

Sono certa di essere difficile.

Un labirinto articolato: chi lo direbbe, eh? leggendomi quì, esposta .

Sono certa che la mia fragilità sembra un miraggio nel deserto.

E’ il duro lavoro, un mantra ripetuto per anni.

“Non esser debole, non lasciarti sopraffare, reagisci, non lasciar che ti facciano del male.”

Io che bramo Dominazione, esser vessata, usata, scalfita. Sono roccia pura.

” … se qualcuno ti percuote non dargli la soddisfazione di vedere che lo temi, testa alta e voce grossa (credo che mi venga anche bene) cerca di essere risoluta, fredda, razionale. Sii pignola, precisa. Pretendi molto, almeno quanto tu dai. Fatti furba, fatti valere. Imponi la tua idea. Fatti ascoltare…” mi pare di sentirla anche ora questa vocina nella mia testa.

Eppure…

Sono altrettanto sicura che esista il modo per cogliermi. Credo ci voglia pazienza e anche quella di avvicinarsi nella maniera appropriata, sicura, mai violenta. Come quando si ha a che fare con gli animali. E’ questione di fiuto, di sintonia, di lunghezze d’onda. Saper leggere. Forse è solo questione di fortuna. Non lo so.

Il coinvolgermi in un gesto, l’aspirarmi dentro ad un vortice di belle sensazioni, le intense conversazioni che parlano tanto più di quel che sono realmente le parole. Non lo so.

Esiste un varco, deve esserci assolutamente, dal quale, in lontananza, si può scorgere il nòcciolo della mia essenza, il lato vulnerabile di me. Un piccolo scrigno prezioso. Una nana bianca (sapete che vengono anche chiamate nane degeneri?degenere io? ), una stella di piccole dimensioni, con una bassissima luminosità eppure con una massa enorme, come quella del Sole. Un piccolo oggetto molto compatto, dotato di un’elevatissima densità e gravità superficiale. Ecco cosa c’è dentro di me. Una nana bianca.

Dovrebbero attaccarmi un cartello “maneggiare con cautela” .

Eppure questo scorcio se trattato a “modo” presumo possa essere fonte di piacere, e non solo per me, una volta toccato non c’è nulla che io possa fare per tenere lontano qualcuno.

E’ il mio tallone d’Achille. E’ il reattore nucleare che muove ogni mia energia.

Vedermi bruciante, eppure temerlo. Essere assorbita in un desiderio cocente, che svena il mio essere, che pompa il sangue ad una pressione mai vista. Eppure chiudersi a riccio.

Vorrei che ti presentassi Tu, con grimaldello in mano ( non so più dove ho messo la chiave) e, colto dalla voglia di avermi, sventrassi le impalcature della mia forza per impossessarti della mia debolezza.

Tratterrei il fiato fino a diventare blue per poi disciogliermi in una cascata, sfatta per la fatica d’aver retto tutto questo guscio.

Abbandonata alle onde di un abbraccio, certa di aver trovato chi, almeno per un po’, abbia voglia di guidare .

Complementare al mio bisogno.

https://i0.wp.com/fc01.deviantart.net/fs70/i/2012/251/f/2/candyman_by_cyanidemishka-d5dyx4j.jpg

Assolutamente cosciente che abbia visto quel cuore dolce di me nascosto in fondo.